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Scialla! - Conferenza stampa

15/11/2011 | News |
Scialla! - Conferenza stampa

Affollata conferenza stampa seguita alla proiezione in anteprima del film Scialla! questa mattina alla Casa del Cinema di Villa Borghese. All’incontro erano presenti il regista e sceneggiatore Francesco Bruni, gli attori Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobulova e il giovane esordiente Filippo Scicchitano. Presenti anche il produttore Beppe Caschetto per IBC Movie e Paolo Del Brocco per RaiCinema che ha coprodotto il film. Seduto in prima fila, un ospite d’onore a suggellare il battesimo di Francesco Bruni nella regia, il grande regista e sceneggiatore Ettore Scola.
La conferenza stampa è stata preceduta da un gradevole fuori programma musicale, l’esibizione di Amir Issaa & Caesar Productions autori della colonna sonora del film, che hanno eseguito il brano “title track”, un  rap dal ritmo divertente e coinvolgente. Poi, spazio alle domande sul film.

La prima domanda per Francesco Bruni. Quello che colpisce nel film è l’uso del linguaggio dei giovani per farsi veicolo di un messaggio positivo che si direbbe perfino edificante. E’ qualcosa che su cui avevate riflettuto? Era nelle vostre intenzioni?
Francesco Bruni: Era nel mio DNA, vengo da una storia di commedie “problematiche”, di film che affrontano temi seri raccontati con tono umoristico. Ho comunque cercato di fare qualcosa di diverso dal punto di vista stilistico rispetto a quando facevo lo sceneggiatore.

Per Fabrizio Bentivoglio. Si è sentito un po’ una specie di Mastro Geppetto nel suo ruolo?
Fabrizio Bentivoglio: Devo dire che non avevo pensato a questo accostamento. Certamente Bruno, il mio personaggio, ha in comune con Geppetto il terrore di trovarsi a scoprire un ruolo paterno, ma credo che questo sia un sentimento comune un po’ a tutti i padri, non solo a quelli tardivi. L’autorevolezza, la capacità di dire di no è la cosa più difficile per un padre. Comunque il paragone lo considero un complimento.

Per Francesco Bruni. C’è anche una presa di coscienza del personaggio adulto in questo film. Quanto c’è di autobiografico?
Bruni: C’è una buona dose di ispirazione a vicende personali soprattutto nel fatto che ho dovuto prendere coscienza che fare il padre voleva dire contrapporsi a un figlio e non fare solo l’amico.

Una domanda per Barbora Bobulova. E’ vero che all’inizio il suo personaggio non la entusiasmava e solo dopo aver letto la sceneggiatura se ne è innamorata?
Bobulova: Si, quando mi hanno detto che il mio ruolo doveva essere quello di una ex pornodiva dell’Est non amavo molto l’idea. Ma dopo che ho letto il copione che era in casa mia perché mio marito è l’aiuto regista del film, mi sono innamorata di quel ruolo che non è un personaggio monocorde ma pieno di colori. Più cose sono dentro a un personaggio, più quel personaggio mi stimola.

Per Barbora Bobulova. Questo film parla del rapporto tra un padre e un figlio. Ma in trasparenza sembra che ci sia un omaggio al coraggio delle madri che gestiscono il rapporto con i figli da sole, e questo vale sia per il suo personaggio sia per la madre di Luca. Lei interpreta una madre meravigliosa oltre che una ex pornostar. Aveva consapevolezza di questo aspetto importante del suo personaggio?
Bobulova: Girando il film non ci avevo pensato. Essendo anch’io una madre probabilmente questa cosa l’ho pensata in trasparenza, credo molto nelle madri di oggi.

Per Francesco Bruni. Nel film c’è una dicotomia tra l’ambiente culturale e l’ambiente circostante che invece viene visto come “caciarone”. Quanto è importante questa dicotomia? Il cinema italiano degli ultimi anni ha ripreso il tema del rapporto con i padri, che spiegazione si da di questo?
Bruni: Per quello che riguarda la dicotomia posso dire che dove nel film vediamo gli ambienti borghesi si tratta di ambienti abitati da persone che vengono dal nulla, mentre quando vediamo l’appartamento del protagonista Bruno, ex professore e scrittore, è un appartamento sciatto, quasi da barbone. Quindi c’è questa dicotomia tra la borghesia intellettuale “imbarbonita” e il mondo dei “parvenu” che vivono al di sopra dei loro mezzi.
Riguardo alle figure di padri, mi sembra che nei fatti di cronaca si parli di padri spesso in maniera negativa come autori di omicidi e violenze, mi sembrava un ruolo messo in crisi. Mi sembrava che i padri avessero perso un po’ d’identità e avevo voglia di riscattarli.

Per l’esordiente Filippo Scicchitano. Come nasce la tua storia di attore esordiente?
Scicchitano: Non ho mai pensato di fare l’attore, è tutto nato da un giorno all’altro. Un mio ex amico (in realtà ancora amico!) mi ha indicato il provino. Francesco Bruni ha rivisto il DVD del provino e mi ha fatto richiamare, abbiamo costruito insieme il personaggio di Luca.

Il giovane Luca è un tifoso romanista nel film …
Scicchitano: (ridendo) e anche nella vita!! Forse anche di più che nel film!
… e nel film il padre Bruno va a mangiare in un ristorante pieno di tifosi laziali che guardano la partita...
Bruni: Bruno nel film si presume che non sia un tifoso di calcio ma di rugby perché il suo personaggio è un ex giocatore di rugby in una squadra di Padova.

Una domanda sulla metafora di Enea che si carica sulle spalle il peso del padre Anchise e sull’immagine di quell’episodio mostrata nel film. Anche nel film alla fine il figlio salva il padre caricandoselo anche lui sulle spalle?
Bruni: Si, è così. Quell’immagine mitica mi ha sempre molto colpito per la “pietas”, l’altruismo e rispetto del figlio nei confronti del padre. Quell’immagine di Enea con il padre sulle spalle era nel frontespizio della sceneggiatura quando l’ho mandata a leggere.
Bentivoglio: Si, quell’immagine è amore vero, amore filiale disinteressato. Sembra assurdo doverlo precisare, si tratta di quell’amore che viene dato “a perdere”.
Bruni: Anche l’immagine nel manifesto del film richiama quell’antica immagine. C’è il figlio davanti che porta in motorino il padre.

Una domanda al regista sul titolo. Scialla è un’espressione che vuol dire “stai sereno”. Ha definito il film una “commedia scialla”. Cosa intendeva?
Bruni: Intendevo una commedia dai ritmi blandi, con tempi tranquilli di recitazione, infatti ho scelto come attore Fabrizio Bentivoglio perché è compassato un po’ come Sir John Gieguld. Se si fa una commedia, il ritmo non deve per forza essere incalzante. La mia è una commedia tranquilla.

Una domanda per il produttore Beppe Caschetto. Come è stata l’impostazione del lavoro su questo film?
Beppe Caschetto: Lavoravamo a un progetto diverso con Francesco, doveva essere una commedia che aveva come tema il tradimento. Ma Francesco continuava a dirmi che gli veniva una cosa un po’ diversa e alla fine il primo “tradimento” è stato il suo. Ma quando ho letto la sceneggiatura ho pensato subito che il film volevamo farlo noi. Si sono buttati in tanti sulla commedia ma con un cliché dal quale sentivamo il bisogno di allontanarci. In questo caso la parola magica è stata “voglio fare un piccolo film lento”, devo dire che mi sono posto un po’ di inquietudine, “piccolo e lento” mi preoccupava. Devo dire che conta molto il momento in cui il film arriva al paese e in questo momento il paese vive momenti molto sincopati.

Alla fine è intervenuto per un saluto Ettore Scola che ha avuto parole di stima e incoraggiamento per l’esordio di Francesco Bruni, prolifico sceneggiatore, nella regia:
“Ho una particolare stima professionale per uno sceneggiatore che diventa regista anche perché non concepisco un regista che non scrive. Ho sempre pensato che lavoro del regista sia una prosecuzione e una precisazione del lavoro di fatto in fase di scrittura. In Francesco c’è qualcosa che lo porta mentre scrive a fare la regia di quello che scrive. Credo che sia sbagliato che i registi non scrivano i loro copioni. Se gli attori sono “dentro”il ruolo il merito è di come il ruolo è scritto. Credo che Francesco sappia veramente tradurre la parola in immagine”.

Parole davvero incoraggianti per Francesco Bruni che, ringraziando il maestro per le belle parole, ha ribadito il suo debito alla scuola di grandi firme del cinema italiano come, appunto, Scola, Furio Scarpelli e Suso Cecchi D’Amico.

Elena Bartoni

 


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